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FRANCO MURER - GABRIELE CARLO CHIOPRIS - GIULIA CORRADINI - LANDO ARBIZZANI - MERINO MATTIUZZI - SCULTORI - HOME |
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GLI SCULTORI
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BARRY BONANato a Belluno il 25 novembre 1981.
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Summer, legno di acero, cm 140, 2019 |
ETTORE BONANasce a Tambre d’Alpago il 14 giugno del 1956. Proviene da una famiglia di scultori e scalpellini dai quali eredita un dono di natura e la passione verso un nobile mestiere. Appresi i primi rudimenti dal padre, Ettore Bona impara ed affna la tecnica nella bottega d’Arte di Franco Fiabane di Belluno, dove lavora per 37 anni, approfondendo le diverse forme dell’arte, dal modellato in creta agli stampi in gesso per fusioni in bronzo, dalla lavorazione della pietra a quella del legno (bassorilievi, altorilievi, tuttotondo, arte sacra, funeraria e monumentale) e riproduzioni in scala di modelli. Importante per la sua formazione l’incontro col maestro Augusto Murer, per il quale la bottega d’Arte ha avuto l’onore di lavorare. Contestualmente prosegue il suo percorso estetico seguendo chiare linee ispiratrici e intrecciandole in un’unica identità artistica tuttora in evoluzione; si espone al pubblico con mostre individuali e collettive (fra cui si citano Feltre, Belluno, Tambre, Pieve d’Alpago e Battaglia Terme) e realizza numerose opere pubbliche. Le sue opere spaziano dall’armonia del classico alla trasfgurazione del moderno, con frequenti richiami ad un mondo animale sospeso fra equilibrio e tensione. Lavora qualsiasi materia, dalla pietra al legno, dal ferro battuto alle fusioni in bronzo; ama accostare gli elementi, fondendo la materia densa della pietra levigata con quella impalpabile della luce, o ancora il calore del faggio con la forza intatta del Bianco di Carrara. “Amo esprimermi attraverso la pietra, perché l’impeto che si sprigiona nel corso della lavorazione mi entusiasma e mi emoziona, e riesco a liberare istintivamente l’idea che ho dentro. Le montagne in cui vivo sono generose nel suggerirmi forme e sentimenti. Negli occhi concentrici delle civette rivedo il vortice del torrente, nelle linee dolci degli avvallamenti intuisco fanchi di donna e il proflo agitato delle creste richiama la potenza dei cavalli in corsa; le fbre contorte del legno diventano così nervature di muscoli in movimento.
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BETTY GOBBONasce nel cuore della Marca Trevigiana nella primavera del ‘67 e risiede nella città natale di Arturo Martini. Fin da piccola mostra una profonda sensibilità per l’arte in toto, ama condividere giochi che lei stessa inventa e costruisce.
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Amor Vincit Omnia, pietra di Vicenza, 201 |
LUCIANO LONGODiplomato al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Venezia, Luciano Longo vive ed
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Ninfa salentina-carparo e legno di melo-H130cm-2018 |
BEPPINO LORENZETHa iniziato la sua carriera di scultore nel 1980, fondamentali sono stati per la sua formazione gli incontri con grandi artisti primo fra tutti Augusto Murer. Dopo gli studi, nei primissimi anni di carriera, ha frequentato vari corsi di scultura, entrando così in contatto con realtà culturali ed artistiche internazionali e arricchendo così la sua forma espressiva. Nella sua carriera ha partecipato a decine di concorsi nazionali ed internazionali se sue opere sono state esposte in Europa, Stati Uniti, Brasile, Giappone. Lorenzet affronta con destrezza i soggetti più svariati, pas- sando da sacri angeli con pieghe sfuggenti a diavoli ghignanti e tentatori, da longilinee ed aeree ballerine a volti trafitti dalla sofferenza e storpiati da difetti e bruttezza. Nell'ultimo periodo ha tralasciato il tutto tondo a favore del basso e altorilievo che realizza anche in grandi dimensioni. Nei caldi toni del noce e dell'olmo, del cirmolo naturalmente profumato, emergono personaggi inconfondibili che firmano le opere di Lorenzet e le rendono uniche. Uomini e donne con gli occhi. stretti in uno sforzo espressivo, boc- che importanti, qualche seno che compare tra pizzi cesellati con maestria, corpi tesi ed aggressivi totalmente assorbiti, come teatranti, nella parte «loro destinata. Angoli strappati dal vento, crepe malamente rabberciate, basi di mattoni a sorreggere il peso di quelle storie. Muri scrostati, vecchi chiodi, funi annodate è consunte dal tempo e dall'uso sono ricordi d'infanzia contadina da cui è scappato con l'estro e la fantasia. Luci ed ombre completano le opere di Lorenzet facendole respirare di vita propria. Esse sono allo stesso empo morbide e severe, sobrie e a tratti fin troppo particolareggiate. Di rilevante interesse è la produzione religiosa che soprattutto negli ultimi anni verte ad un'analisi appro- |
Madre, legno di pioppo, h 120, 2019 |
ANTONELLO MESCALCHIN Antonello Mescalchin nato a Mira, Venezia ad Aprile del 1963. “ MESCAL” nasce come falegname dedito alla attività artigianale del padre. Da qui la passione e le abilità di lavorare il legno, arricchite sin dagli anni ’90 attraverso la frequentazione dello studio del Maestro Giuseppe Greco (Milano), organizzando con lui varie ex tempore. Dal 2001 al 2005 frequenta l’Accademia di Santa Maria in Stelle, presso Ferrano-Diacceto vicino FIRENZE, con il Maestro tedesco Hainz Heinz Haussler (Weimar), con il quale collaborerà per la traduzione della sua opera “ Il segreto della forma di Michelangelo “, Qui la scoperta per il marmo di Carrara e una nuova passione.
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Autofecondazione, cedro del Libano 35 x 55 x 95 |
FRANCO LOSSOFranco Losso è nato a Codissago il 23.11.1942 Negli anni ‘60 fa parte del Circolo Artistico Giovanile in Roma, dove ha la possibilità di stringere amicizie con pittori di fama nazionale. |
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ACHILLE COSTIAchille nasce a Verona il 26 dicembre 1935. Si diploma al Liceo arti- stico di Venezia nel 1956. Iscritto alla facoltà di Architettura, allievo di Carlo Scarpa, Franco Albini, Ignazio Gardella, si laurea nel 1962 con Lodovico Barbiano di Beljoioso relatore. Durante gli studi lavora nel laboratorio del padre scultore in opere dI argilla a carattere religioso. Nel 1954 partecipa alla sua prima esposi- zione presso il Palazzo dei Trecento a Treviso. Lavora nello studio di architettura di Angelo Tramontini a Treviso e successivamente prosegue l'attività in proprio. In questo periodo lavora per circa due anni nel Tchad in una scuola cantiere. Si dedica alla scultura e approfondisce le sue capacità espressive attra- verso l’uso di vari materiali quali il marmo, le varie essenze di legno, la terracotta, il vetro e il bronzo. Studia in Toscana le tecniche dell’affresco. A Venezia frequenta artisti dell'incisione e insieme a loro fonda l’Atelier Aperto di Venezia, dove si sperimentano tecniche tradizionali e nuove della grafica. Dal 1975 al 2000 dirige il Gruppo Archeologico Trevigiano, che ha effettuato numerosi ritrovamenti del periodo pre romano. Scrive alcune pubblicazioni riguardanti il territorio tra Sile e Piave, in collaborazione con professori del C.N.R. e dell’Università di Padova. Negli anni ‛90 presenta alla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Veneto Orientale un progetto di restauro della Porta dei SS. Quaranta di Treviso, che verrà realizzato fra il ‛95 e il ‛98. Riceve numerosi premi, tra cui il 1° Premio Nazionale di Scultura della rivista «Arte» Mondadori nel 1988, e il 1°Premio Internazionale di Scultura su legno a Cortina d’Ampezzo nel 1989. Alcune sue opere monumentali sono il monumento all'Emigrante a Treviso, il monumento al Partigiano a Paese, "Risveglio" presso la ditta Cepi di Paese, "Grande Danza" presso la ditta Taffarello di Carbonera e "Santa Reparata a Buddusò”. Opere di grafica sono in permanenza nel Gabinetto Stam- pe Antiche e Moderne di Bagnacavallo, nel Museo del- la Xilografia di Carpi e nella Galleria “Venezia viva” di Venezia. Per diversi anni lavora il marmo in uno studio di Pietrasanta (Versilia) dove, nel 2013, espone le proprie opere. |
Priamo ed Ecuba, legno di ciliegio, cherry wood |
FRANCO FONZOFranco Fonzo vive e lavora, aTreviso. Ha frequentato gli studi artisti- |
Madre, pioppo, h 120, 2009 |
ANDREA VALLERI
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Lisistrata assemblaggio di legno e pietra |
LUCA TASSONELuca Tassone è uno scultore-regista nato a Treviso nel 1974, conosciuto per le sue sculture su legno: Gli Alberi di Luca. Pezzi unici ricavati dal tronco dei più vari tipi di legno. Ereditata la passione per l’arte dalla madre Luciana Mattarollo, poetessa e pittrice e frequentato il Liceo Artistico Statale di Treviso, fin da giovanissimo si cimentò con la regia di cortometraggi amatoriali sino ad arrivare, in età più matura, alla regia di due cortometraggi e di due mediometraggi che gli sono valsi riconoscimenti in vari festival nazionali, forte anche del suo lavoro di cameramen e montatore video presso l’emittente televisiva Tele Venezia. Di lì a breve l’amore per la scultura su legno, grazie alle frequenti visite a Erto e all’incontro con la scultura di Mauro Corona. Fin dalle prime opere l’artista trevigiano dimostra un approccio alla materia e uno stile del tutto personali che lo portano direttamente alla partecipazione a varie manifestazioni di scultura su legno ndette annualmente nella località sopracitata. Il passo ai primi riconoscimenti è dunque breve. Maturati una con- sapevolezza sempre maggiore e uno stile sempre più riconoscibile e richiesto, l’artista inizia così a sfornare le sue opere più conosciute: i nudi di donna, che gli valgono l’esposizione a Longarone, a Treviso, al Lido di Venezia e gli ancor più conosciuti Alberi di Luca o Alberi in movimento, dacchè a detta di molti sembrano addirittura vivi da quanto siano materici ed espressivi. Dei veri e propri pezzi unici direttamente scavati nel legno, realizzati con una tecnica scultorea unica e personale, mai vista prima, affascinante, emozionante e sorprendente nello stesso tempo.
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